Prima di tutto occorre sapere che una postura laringea neutra è quella posizione che si ottiene durante una inspirazione calma e profonda e che deriva da quell’equilibrio dinamico tra due opposti sistemi muscolari legati da una parte alla deglutizione (la laringe si alza) e dall’altra allo sbadiglio (la laringe si abbassa).
Se tendi volontariamente o involontariamente a manipolare in diversa misura la posizione della tua laringe per “aiutare” l’emissione, cioè sollevandola e abbassandola per aiutare l’intonazione delle note o per regolare l’intensità della tua voce, devi sapere che esistono diverse ottime ragioni per NON farlo.
Oggi voglio dartene almeno 5.
1) Per lavorare di meno.
“Less is more…”
Cosa significa “lavorare di meno”?
Significa che se la tua emissione è condizionata dal ricorso volontario o involontario alla muscolatura “non necessaria“ (estrinseca), quella che cioè solleva o abbassa la posizione della tua laringe, allora stai probabilmente lavorando con un carico muscolare extra, un carico non necessario, che può portarti a forzare in diversa misura la tua voce.
Ciò avviene soprattutto in corrispondenza di determinate aree tonali (passaggi), lì cioè dove i cantanti non sapendo propriamente mixare i propri registri, tendono o a portare in acuto troppa “voce di petto” (M1 o meccanismo pesante), oppure a portare troppo in basso la propria “voce di testa” (M2 o meccanismo leggero) rispetto ai punti di passaggio. (per approfondimenti clicca qui oppure qui )
Di seguito dunque i tipi di scenario più comuni:
– i cantanti tendono a perdere l’equilibrio vocale portando su in acuto troppa “voce di petto”.
In questo caso, i cantanti che utilizzano troppa muscolatura intrinseca (troppo spessore di corda nella zona medio-acuta della propria estensione per eccesso di volume) aumentano la pressione sottoglottica (la spinta del fiato contro le corde vocali) e tendono ad aiutare l’intonazione delle note ed il sostegno delle stesse facendo ricorso all’aiuto della muscolatura estrinseca, sollevandola o affondandola (il cantante canta sul “muscolo“, sulla “fibra” più che invece cantare correttamente “sul fiato“.)
– i cantanti tendono a perdere l’equilibrio vocale portando troppo in basso la propria “voce di testa”.
In questo caso i cantanti che non coinvolgono sufficiente muscolatura intrinseca (sufficiente spessore di corda nella zona grave e media della propria estensione) cantano con toni privi di consistenza e tendono in virtù di ciò a compensare la carenza di “energia vocale” e la fuga d’aria provocata da un’imperfetta adduzione delle corde (cioè di una imperfetta resistenza di queste al fiato proveniente dai polmoni) ricorrendo al coinvolgimento della muscolatura estrinseca, sollevandola o abbassandola per aiutare l’intonazione e per tentare di dare più consistenza al suono.
2) Per cantare più a lungo.
“…And more is less!”
Il coinvolgimento muscolare estrinseco interferisce con la muscolatura “necessaria” (intrinseca) e costringe quest’ultima a contrarsi in maniera meno efficace di quanto dovrebbe. Il rischio è che la muscolatura intrinseca possa nel tempo indebolirsi, diminuendo la propria capacità contrattile e porti di conseguenza a far ammalare le corde (o pliche) vocali.
3) Per non sacrificare la qualità dell’emissione vocale
La resa sonora dell’emissione dipende da:
– quanto l’intonazione sia corretta;
– quanto il sistema voce si mantenga stabile, reagendo elasticamente all’aumentare o al diminuire dell’intensità.
Sebbene non sia raro che mi capiti di lavorare con studenti poco intonati di base, che abbiano cioè qualche difficoltà nel distinguere pienamente a livello acustico e percettivo la differenza che intercorre tra una determinata frequenza ed un’altra più bassa o più alta, è invece davvero frequente che debba ristabilire la corretta intonazione di chi non abbia alcuna difficoltà apparente nella capacità di riconoscere le diverse frequenze… e che eppure risulta calante o crescente, specialmente in aree tonali ben definite (passaggi).
Perchè accade questo?
Perchè anche chi sia in possesso di un’ottima o di una buona intonazione di base deve vocalizzare o cantare su un range di note più o meno esteso e deve farlo talvolta con diversi gradi di intensità (dal pianissimo al fortissimo).
Le pliche vocali devono continuamente adattare la propria struttura per soddisfare quelle modifiche tonali e di intensità che vengono richieste al cantante. Va da sé che quanto più il sistema sia “elastico” e “snello” tanto più rapidamente e accuratamente l’assetto delle corde possa “reagire” ed “aggiustarsi” in relazione a quelle necessità, soddisfacendole appieno.
La capacità quindi di attivare aggiustamenti tonali e di regolazione delle intensità sono possibili al massimo grado di accuratezza solo quando la muscolatura intrinseca riesce a mantenere alto il suo grado di libertà e di elasticità, provvedendo all’adduzione (chiusura) e alla tensione (allungamento) delle pliche agendo su una laringe posizionata in una postura neutra, che non interferisca negativamente con l’emissione.
4) Per pronunciare e cantare correttamente le vocali pure.
“Si canta come si parla e la prima cosa che si deve imparare è la pronuncia” – Tito Schipa
Quando la laringe sale o scende in maniera marcata, viene impedito alla lingua (che è ad essa collegata) di contribuire a generare correttamente i suoni vocalici.
La “distorsione” delle vocali non aiuta ad attivare quei necessari aggiustamenti del vocal tract, cioè delle cavità di risonanza che vanno dalla glottide alle labbra. Ciò di conseguenza influisce negativamente su due aspetti: sulla qualità timbrica della tua voce e sull’arricchimento armonico.
Ipersemplificando, un suono nasale/schiacciato è una conseguenza di una laringe più alta del necessario, un suono cavernoso/affondato è una conseguenza di una laringe più bassa del necessario.
5) Per non perdere il controllo.
Credo sia pacifica la constatazione che cantare tecnicamente bene significhi essere capaci di controllare a proprio piacimento il proprio strumento, senza interferenze e senza farsi controllare da esso.
“L’unica ragione per la quale valga la pena padroneggiare la tecnica è quella di assicurarsi che il corpo non interferisca con la libera espressione dell’anima”. – La Meri-
Ma come fare a separare la muscolatura intrinseca da quella estrinseca nel canto?
Come incoraggiare quella corretta e necessaria e scoraggiare ed isolare invece quella errata in uno strumento “interno” che non si può controllare visivamente al pari di altri strumenti?
Proprio in questo mistero credo risieda il fascino del nostro strumento, uno strumento che non si può vedere ma che si può sentire, se ne possono percepire internamente le diverse sensazioni legate ad ogni minuscola modifica interna del suo funzionamento. In qualità di cantante e di studente di canto puoi sicuramente fare qualcosa:
– trovare il miglior insegnante di tecnica vocale che tu possa permetterti perchè possa aiutarti in questo processo di continuo riconoscimento ed interiorizzazione delle corrette sensazioni prodotte dal giusto tono vocale, quelle cioè ottenute in condizioni di libertà muscolare.
– assicurarti che il training che ti venga proposto sia in accordo con i principi fisiologici della voce, ovvero che abbia come finalità quello della ricerca di una posizione laringea neutra.
Non temere di domandare quale logica e quale scopo ci sia dietro gli esercizi che ti propone. E’ un tuo diritto saperlo.
Tieni presente tuttavia che possa verificarsi la necessità per un insegnante di prescrivere degli esercizi a laringe alta o bassa, lontani dalla posizione neutra.
E’ imperativo che tale occorrenza rispetti una sola condizione: la temporaneità dell’utilizzo. Una volta ottenuto lo scopo per il quale questi esercizi sono stati prescritti occorrerà sempre e comunque spostarsi da quell’assetto temporaneo ad uno più definitivo, più bilanciato, che è la nostra cara posizione laringea neutra.
“In medio stat laryngis!”