CONVERSAZIONI SULLA “POSIZIONE IDEALE” NEL CANTO
<< Il mio primo insegnante di canto mi chiedeva di vocalizzare e di cantare mantenendo la posizione del “sorriso”, ritenendola ideale per dare al suono della mia voce più “brillantezza“.
Il mio secondo insegnante mi chiedeva di atteggiare le labbra ad “imbuto”, per dare al mio suono più “rotondità“.
Ad una recente masterclass con “…” invece ho sentito dire che la posizione ideale sia quella dello “sbadiglio“, perché solo in quella posizione è possibile mantenere il palato molle “ben sollevato” e mandare i suoni “in alto“.
L’ultimo insegnante mi ha detto che dovrei proiettare tutti i suoni “fuori dalla bocca“, ben posizionati “in avanti” …
Onestamente, dopo anni di studi mi sento solo più confusa e rigida…
Potresti spiegarmi dove dovrei “mettere i suoni”? Esiste una “posizione ideale” per cantare bene? >>
Accade spesso nell’insegnamento della tecnica vocale che alcuni insegnanti di canto concentrino i propri sforzi e quelli dei loro studenti verso la ricerca di determinate qualità timbriche preferenziali rispetto ad altre.
Es.:
“questo è il suono che le mie orecchie preferiscono“;
“questo è il modo in cui il mio insegnante mi ha insegnato“;
“questo è il modo in cui i miei studenti che hanno vinto quella competizione fanno”.
La ricerca di specifiche qualità estetiche più gradite all’insegnante
(es. il suono “in avanti“, “in alto“, “brillante“, “rotondo“, “timbrato“, “coperto“, “in maschera“…ecc.)
comporta da un punto di vista pedagogico due rischi, che cioè:
1) il trasferimento delle conoscenze legate alla tecnica vocale avvenga per mezzo dell’utilizzo di un linguaggio vago ed impreciso.
Lo studente spesso non comprende cosa questo gergo significhi né è a conoscenza delle istruzioni necessarie che gli possano permettere di giungere allo scopo richiesto dall’insegnante, ragione per la quale lui è invece lì.
2) Per conferire al suono determinate “qualità” o “colori” vengano attivati atteggiamenti non funzionali.
A questo proposito è importante sottolineare che l’imposizione di specifici atteggiamenti posturali nel vocal tract (le cavità di risonanza che vanno dalla glottide alle labbra) mantenuti lungo tutta la vocalizzazione vìola il rispetto dei parametri fisiologici ed acustici oggettivi a cui il sistema vocale deve sottostare affinché possa funzionare in maniera corretta e naturale.
(più approfondimenti sul come mantenere una postura della laringe neutrale quì).
In altre parole, il cantante che tenta di mantenere una “posizione ideale” attraverso la quale cantare si espone a due inevitabili conseguenze:
1) la distorsione delle vocali
2) la tensione muscolare
Riguardo al primo punto, è mia ferma convinzione che ogni serio training vocale dovrebbe avere come fine quello della corretta e libera pronuncia di tutte le vocali in ogni zona dell’estensione e con ogni livello di dinamiche.
Perchè?
Perchè la corretta formazione e pronuncia di ogni vocale, senza la quale non ci sarebbe sufficiente intellegibilità nel linguaggio comunicativo, è dipendente in gran parte da un appropriato incontro tra:
– corretta “massa” cordale messa in movimento (quantità di corda messa in vibrazione – sorgente del suono);
– corretta formazione delle cavità del tratto vocale (cavità di risonanza – filtro del suono).
Se queste due condizioni sono vere e se è vero che ogni vocale necessita dunque di una specifica configurazione sia a livello laringeo che a livello articolatorio/risonanziale va da sé che ignorarne le specifiche caratteristiche fonetiche imponendo una predeterminata postura del tratto vocale per la formazione di tutte le vocali in ogni zona dell’estensione significa essenzialmente produrre distorsione acustica e disequilibrio nella singola funzione dei meccanismi, nonchè nella loro cooperazione.
Inoltre, se ogni vocale possiede una specifica configurazione relativamente alla posizione della lingua, delle labbra, della mandibola e del palato, qualunque alterazione di tali elementi mediante il mantenimento di posizioni fisse ed innaturali spiega di conseguenza la presenza di rigidità e tensioni muscolari nel sistema di articolazione del suono e di quello ad esso legato (laringe, collo) e la comparsa di fatica vocale.
In rosso le specifiche posizioni della lingua in relazione alle diverse vocali:
Posizione “a riposo“ della lingua
Vocale ” I “
Vocale ” E “ chiusa
Vocale ” E “ aperta
Vocale “ U “
Vocale “ O “ Chiusa
Vocale “ O “ Aperta
Vocale “ A “
Esiste dunque una “posizione ideale” per cantare tecnicamente bene?
No, sarebbe troppo semplicistico e non occorrerebbe alcun insegnante di tecnica vocale: basterebbe in fondo leggere soltanto un rapido manuale di istruzioni che spieghi come e dove indirizzare i suoni.
Cantare tecnicamente bene richiede un costante e paziente lavoro che insegni ad adattare continuamente in maniera dinamica il sistema respiratorio/laringeo/articolatorio-risonanziale in risposta alla formazione delle diverse vocali, delle diverse altezze tonali e dei diversi volumi.
L’unica posizione corretta da ricercare è la posizione dell’EQUILIBRIO tra i registri.
<<Questo sembra avere senso, la prossima volta che un insegnante mi chiederà di mettere il suono “lì” oppure “là” gli dirò IO dove LUI potrà sicuramente mettersi quel suono!”>>.