“Perchè il suono della mia voce è debole, arioso, soffiato?”
“Come posso dare alla mia voce più corpo?”
“Perchè non riesco a cantare con più potenza?”
“Come posso rendere la mia emissione più stabile?”
“Perchè tra una nota ed una successiva mi pare di slittare da una voce ad un’altra completamente diversa?”
Trovo piuttosto ricorrenti queste domande tra i cantanti con i quali lavoro, in modo particolare tra le donne.
In assenza di particolari patologie della voce, i cantanti che sperimentano difficoltà tecniche del genere, di solito presentano una o più comuni caratteristiche:
– rimangono rapidamente a corto di fiato;
– non riescono a cantare con una voce “piena” ed uniforme;
– avvertono la presenza di uno “scalino”, sperimentano cioè un improvviso cambio nella qualità del loro timbro non appena lasciano le note gravi per cominciare ad approcciarsi alle note medie o medio/acute della loro estensione;
– hanno un background classico, hanno alle spalle studi di musica lirica o esperienze di canto corale e non riescono ad utilizzare con successo la propria voce quando si tratta di passare da un’emissione classica ad un’emissione adatta al canto moderno;
– gli è stato insegnato a liberarsi il più in fretta possibile della voce di petto, “girando” la voce così da “facilitare” il “passaggio di registro” e/o per evitare di incorrere nel pericolo della spinta e della forzatura dei suoni;
– il loro precedente training vocale prevedeva che indirizzassero i suoni “dietro al palato molle”;
– gli è stata trasmessa l’idea che cantare debba essere vissuta come un’esperienza rilassante, meditativa, simile allo yoga;
– sono persone timide e manifestano la propria insicurezza personale o la propria inesperienza vocale vocalizzando e/o cantando ad un volume modesto.
Ma cos’è che dietro le quinte, all’interno cioè dello strumento, non sta funzionando in maniera efficiente da un punto di vista muscolare, creando l’esperienza di un tono vocale debole, che presenta fuga d’aria, che risulta instabile e che si presenta funzionalmente e stilisticamente limitato?
Prima che possa rispondere a questa domanda ho bisogno di spiegarti in maniera semplice come funziona la voce.
Il suono della voce non è altro che aria espirata che salendo dai polmoni arriva in laringe, mettendo in vibrazione le corde vocali. Affinchè le corde possano essere messe in movimento dall’aria occorre che ci sia la volontà di emettere suono. Questo permette alle corde di ottenere uno stato di “tensione” e di avvicinarsi tra loro, venendo a contatto l’una verso l’altra.
Guarda il video ed alza il volume
Se l’aria espirata non incontra sufficiente tensione, sufficiente “resistenza” da parte delle corde vocali al fiato allora il suono che ne avrà origine non avrà sufficiente energia acustica per essere risuonato all’interno delle cavità di risonanza.
Presenterà perciò un carattere debole, inconsistente, soffiato, arioso, instabile.
“Come è possibile allora portare il tono della voce da una condizione di debolezza verso una condizione di maggior equilibrio?”
Occorre allenare indirettamente, funzionalmente, per mezzo di specifici esercizi una più adeguata contrazione della muscolatura laringea (sistema aritenoideo) preposta ad ingaggiare più corpo della corda e a cooperare alla chiusura delle stesse con un tempo di contatto più lungo.
Occorre in altre parole ristabilire equilibrio nella tua “voce di petto”, che rappresenta le fondamenta sulle quali si poggia l’intero edificio vocale.
Quando si è in registro di petto le corde vibrano come indicato in M1 nell’animazione in basso, piuttosto che come indicato in M2 (registro di testa).
C’è un maggiore spessore di corda messo in movimento.
M1 M2
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“Ok, Roberto, ma come è possibile stimolare un più adeguato grado di funzionamento nella mia voce di petto?”
Voglio darti 4 suggerimenti che se opportunamente utilizzati possono fare da subito la differenza nella tua voce, stimolando una più efficiente funzione nel tuo registro di petto.
1) Vocalizza con vocali aperte come E, A – tendono ad incoraggiare la parte “bassa” del tuo strumento (potresti avvertire maggiori vibrazioni simpatetiche nella zona del tuo torace).
2) Aumenta il livello delle dinamiche, aumenta cioè il volume con cui canti o vocalizzi, così che il tuo corpo possa rispondere fornendo un adeguato livello di energia alla tua emissione.
3) Vocalizza su scale ascendenti (I-II-III-IV-V grado) e fallo lentamente: coinvolgere maggior corpo di corda richiede tempi di esecuzione più lenti.
4) Puoi migliorare la tua chiusura cordale, la resistenza delle corde al fiato, utilizzando temporaneamente, a seconda della reale necessità del caso:
– consonanti dure, apponendole prima delle vocali (G o P funzionano molto bene).
Le consonanti interrompono il flusso del fiato, incrementando la resistenza delle corde all’aria. Creano una contropressione che aiuta le corde a mantenere un adeguato quoziente di chiusura rispetto al grado di flusso aereo.
– esercizi temporanei a laringe leggermente più alta.
Una volta ristabilito equilibrio nella corretta funzione del tuo registro di petto occorrerà da subito abbandonare la temporaneità di alcuni esercizi e cominciare a collegare il petto con il registro di testa, diminuendone gradualmente l’intensità, per non incorrere nel problema opposto, quello cioè di stressare la voce.
Ricorda, cantare correttamente richiede un desiderabile grado di tranquillità, di relax muscolare, ma il relax senza un adeguato livello di energia si traduce ben presto in un’indesiderabile pigrizia vocale, in emissione flaccida…
Cantare correttamente richiede energia, energia bilanciata.
Assicurati perciò di affidarti ad una guida esperta che, ristabilendo da subito una corretta funzione vocale all’interno del tuo registro di petto per mezzo della corretta vocalizzazione, possa aiutarti a portare la tua voce al livello successivo, garantendo al tuo strumento maggior tonicità muscolare che si tradurrà in maggiore potenza vocale.
Spero possa essere d’aiuto,
Roberto